fabrice de nola pone al centro delle sue riflessioni pittoriche un corpo umano in profonda relazione con il contesto urbano, con i meccanismi indotti dalla rete e dagli stimoli digitali, un corpo che si modifica e si muove attraverso le trasformazioni causate dai nuovi impulsi ricevuti dal mondo che circonda la nostra esistenza come un intreccio di relazioni e di sollecitazioni.
con la potenza iconica delle sue costruzioni digitali e pittoriche, riesce così a compiere una riflessione sui destini globali di un mondo che assume spesso il senso di una premonizione misteriosa e lucidissima: le figure di fabrice de nola sorgono dunque al centro delle costruzioni e delle enormi vie di transito delle metropoli contemporanee, i loro corpi vengono assorbiti da un web che li trasforma e li incasella nelle cifre informatiche di un codice binario, i loro sguardi si calano nelle profondità di un mare che nasconde i misteriosi grattaceli di un mondo sconvolto da una catastrofe o salvato dalla potenza onirica di un'immagine apparentemente assurda.
l’opera dell’artista assume un valore ulteriore grazie alla sua evidente e clamorosa connotazione "contemporanea", fondata su un rigoroso progetto elaborato al computer, progetto che ormai fabrice de nola ha deciso di produrre come fotografie digitali parallelamente alla produzione pittorica.
ed è proprio questa scelta che può far meglio comprendere la profonda componente concettuale del lavoro di fabrice de nola, che (come poteva fare un pittore italiano del cinquecento) privilegia comunque il momento "mentale", ideativo e progettuale, quel momento nel quale, per molti pittori antichi, risiedeva l’essenza più nobile dell’opera d’arte.
l’artista tuttavia non sembra mettere in secondo piano l’elemento esecutivo, la stesura pittorica dei suoi quadri, opere che, anzi, sono indubbiamente e profondamente legate ad una linea maestra della storia dell’arte, come dimostra anche la scelta di esibire il progetto fotografico, il cui dato viene utilizzato dall’autore con la stessa consapevolezza che poteva contraddistinguere la linea di ricerca ottica che va da una certa pittura nederlandese, fino a vermeer e bernardo bellotto, per sfociare infine nell’opera di david hockney o nell’iperrealismo.
da questa fusione armonica di elementi discordanti, scaturisce così la profondità della radice culturale europea dell’artista (fabrice de nola è un italiano di padre fiammingo), la sua fluida meditazione sugli infiniti volti di una contemporaneità multiforme e metamorfica, la sua riflessione sull’enorme e fluttuante massa di immagini che raggiungono il nostro sguardo, le infinite correnti di un mare sconfinato, dominate e imprigionate dal rigore estetico e progettuale dell’artista.
lorenzo canova